Durante la mia visita autunnale a Brescia abbiamo fatto una gita in campagna a Milzano da Elisa, Carmelo ed il loro figlio Pietro.
Il vecchio podere è stato diviso in tre. fratello, sorella ed Elisa hanno rispettivamente la loro zona – la loro propria casa nella costruzione. Elisa e Carmelo hanno creato con tante idee e sapienza artigianale un vero e proprio scrigno ed il lavoro di certo non gli mancherà mai. Arianna era entusiasta per tutti gli animali, in particolare le piacevano i gatti. Quello rosso-marrone era il suo preferito, si faceva prendere docilmente in braccio senza graffiare e senza tentativi di fuga. La foto di Arianna con il sorriso felice avvolta in un giaccone pesante e seduta sul trattore giocattolo con il gatto in braccio è appesa su un ripiano della mia cucina. Spesso la guardo e la gioia illumina la mia stanza.
Elisa e Carmelo sono degli ospiti eccezionali e generosi. Quando siamo arrivati il secondo piatto coceva già nel forno in due grosse casseruole. Coniglio e capretta. Non potendosi decidere hanno offerto sia coniglio che capra. Anche se delle due pietanze abbiamo potuto fare solo un assaggino in quanto ci eravamo già sufficientemente saziati con il succulente primo piatto. Tagliatelle con zucca. Inoltre ci avevano tentati il salame fatto in casa ed il prosciutto calabrese mentre seguivamo il completamento della pasta. La torta sbriciolata che hai portato tu l’abbiamo potuto godere solo dopo una prolungata pausa assieme all’espresso.
In fatto di riscoperta della zucca ho già parlato nella ricetta della
zuppa di zucca . In connubio con la pasta ho conosciuto la zucca solo due, tre anni fa, quando in occasione del pranzo del sabato dalla mamma di Sergio abbiamo portato i meravigliosi Casoncelli alla zucca del pastificio Franzoni di Piazza Rovetta. I Franzoni fanno anche dei ravioli – a Brescia li chiamano Casoncelli – davvero gustosi con ricotta e spinaci. Le donne pesano, confezionano e vendono e attraverso la grande vetrata accanto allo spaccio si possono vedere gli uomini che preparano la pasta. Mi salutano sempre molto gentilmente e mi piace pensare che mi riconoscano. Io compro anche sempre delle quantità grosse per deliziare la famiglia o gli amici a Monaco con la tipica pasta italiana.
Le tagliatelle di Elisa e Carmelo erano così convincenti che ho cercato di copiarle subito dopo il mio rientro a Monaco. Per l’indicazione della quantità ho portato in cucina il mio pesalettere. Per il mio gusto la quantità indicata per gli amaretti – biscotti italiani fatti di zucchero, albume, nocciola e noccioli di albicocca – era proprio giusta. Per altri rende forse la pasta troppo dolce ed intenso.
Ho invitato Arne per la cena di prova. Come antipasto avevo preparato per ciascuno due mestoli di zuppa di pomodoro fatta di pomodori freschi con dei crostini arrostiti in olio di oliva. Naturalmente ho portato in tavola anche una piccola porzione di insalata. Come dessert avevo previsto la prova del giorno precedente. Avevo scritto la ricetta del
budino di cioccolato ed ero un po’ preoccupata per quanto riguarda le calorie. Allora ho preparato il budino solo con una mezza tavoletta di cioccolato invece che una intera. Il risultato era senz’altro commestibile. Ma con 100 g di cioccolato per ½ litro di latte il budino è sicuramente più buono.
Ma adesso la ricetta. Le quantità sarebbero state sufficienti per ancora un altro ospite.
250 g tagliatelle all’uovo
200 g di zucca fatta a quadretti
100 g parmigiano o grana grattugiato
50 g amaretti pestati
un piccolo pezzo di burro sciolto
miscela di spezie: noce moscata, cannella, chiodi di garofano, pepe
Immergere la pasta e la zucca in acqua bollente. I due ingredienti si cuociono più o meno nello stesso tempo. Scolare. Per una migliore distribuzione mettere gli ingredienti a strati nella ciotola e poi mescolare. Alla fine versare il burro ben cotto. Ognuno può spolverare sopra il suo piatto la miscela di spezie secondo il suo gusto.
Ieri ho cucinato e oggi ho finito di mangiare il resto e ho scritto la ricetta. Non sono passate due ore da quando mi sono messo in bocca l’ultima forchetta e ti devo confessare che potrei mangiare con gusto e senza problemi un’altra porzione delle tagliatelle alla Milzano.
Un po’ di ricerca ci vuole anche per un ricettario così semplice.
Oltre a cucinare il piatto per testare le quantità giuste sono anche alla ricerca della denominazione corretta degli alimenti, delle ricette o degli ingredienti dei prodotti da me utilizzati.
Ero sorpresa di scoprire nella lista degli ingredienti sulla confezione degli amaretti anche la voce noccioli di albicocche. Visto che da anni l’amaretto o gli amaretti evocavano sulla mia lingua il gusto di mandorle amare. Allora ho proseguito nella mia ricerca: sulla bottiglia dell’amaretto non ho trovato delle indicazioni.
Nel reparto degli alcolici ho chiesto ad un giovane, gentile inserviente quale fosse l’ingrediente base dell’amaretto. “Mandorle” “Ma sulla confezione degli amaretti c’è scritto noccioli di albicocche”. “Si, l’albicocca ha un nocciolo e in questo nocciolo si trova la mandorla”. Mi ha fatto persino un disegno.
Solo con l’ausilio della grossa enciclopedia del negozio ho potuto convincerlo che la mandorla è un frutto e il nocciolo dell’albicocca non è una mandorla.
Ed io avevo imparato che l’amaretto è fatto anche di noccioli di albicocca.
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